ALDO SALVADORI

Nasce a Milano nel 1905 e muore a Bergamo nel 2002. Studente all’Istituto d’Arte di Firenze, visita con assiduità i musei e le gallerie cittadine. Osserva e, come tanti artisti d’ogni epoca (basti citare i dipinti di Rubens dal Caravaggio), esegue copie di quadri famosi (Resurrezione di Piero della Francesca). Sviluppa un’idea di arte figurativa che si basa sulle proporzioni delle forme e sulla struttura: l’ispirazione alla sobrietà viene dai grandi maestri del passato – Giotto, Masaccio, Piero della Francesca e i disegni rinascimentali che studia presso la Galleria degli Uffizi di Firenze. A partire dal 1926, soggiorna più volte a Parigi, assorbendo la lezione degli impressionisti. Ama Renoir e Degas e, successivamente, guarda a Matisse. In Italia, è amico di Filippo de Pisis e Giorgio Morandi. Insegna per decenni in diverse scuole artistiche: dall’Istituto d’arte di Padova all’Istituto Superiore delle Arti Decorative della Villa Reale di Monza, fino alla Scuola libera del Nudo dell’Accademia di Brera a Milano (1944-68). È accademico della Clementina di Bologna (1955), delle Arti del Disegno a Firenze (1962) e di San Luca a Roma (1963). Intanto espone in numerose manifestazioni d’Italia ed estere, quasi a ogni Biennale di Venezia dal 1930 al 1956 e a tutte le Quadriennali romane tra il 1931 e il 1963, anno nel quale realizza la decorazione delle navi Cristoforo Colombo, Michelangelo e Raffaello. Illustra pure testi letterari (1951, Amore e Psiche di Apuleio; 1965, Canzoniere di Petrarca; 1968, Soleil et Chair di Rimbaud; 1973, L’après-midi d’un faune di Mallarmé e, 1979, Vers et prose del medesimo autore; 1978, La casada Infiel di Garcia Lorca; 1984, La bonne chanson di Verlaine). Nel 1968 si ritira dall’insegnamento, lascia Milano e si stabilisce nel bergamasco dove si dedica totalmente all’arte: minuzioso, essenziale, prima della stesura definitiva distrugge molti quadri e si applica a numerosi rifacimenti. Si ricordano le personali a Torino, Galleria Dantesca (1975), al Palazzo Civico di Palermo (1990), le antologiche di Palazzo Strozzi a Firenze (1979), – comprendente 331 opere -, al Palazzo della Permanente di Milano (1991), la rassegna Salvadori e i suoi allievi a cura del Comune di Baveno (1988). Gli è stato tributato il Premio Internazionale “Ultimo Novecento” per la pittura, al Palazzo Comunale di Pisa. Si segnalano la monografia Electa del 1989 e quella edita da Skira nel 2003, Aldo Salvadori et son école.